|Recensione| King Kong Theory di Virginie Despentes

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TRAMA

Un testo cruciale per molti aspetti, il primo saggio pubblicato da Virginie Despentes è un moderno manifesto femminista che devasta l’ordine sociale contemporaneo nel quale i corpi delle donne sono a disposizione degli uomini. Muovendo dalla sua esperienza personale – una giovinezza che descrive come “virile” nei circoli punk, uno stupro a 17 anni, un periodo di prostituzione, prima del successo come romanziera -, la scrittrice e regista di Nancy traccia in poco più di cento provocanti pagine una figura femminile eccentrica, ribelle, refrattaria a conformarsi alle norme di genere. Un libro che è tutt’ora un manifesto di liberazione per tutte quelle donne che non si sentono rappresentate, “le brutte, le vecchie, le camioniste, le frigide, le malscopate, le inscopabili, le isteriche, le tarate, tutte le escluse dal mercato della gnocca”

RECENSIONE


UN PUGNO NELLO STOMACO.
Ecco com’è stato leggere “King Kong Theory” della Despentes.⁣⁣
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“Lo stupro è la guerra civile, l’organizzazione politica tramite la quale un sesso dichiara all’altro: mi arrogo tutti i diritti su di te, ti costringo a sentirti inferiore, colpevole, degradata.”⁣⁣
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Un libro che mette la personalità dell’autrice a nudo, senza filtri, totalmente svincolata dalle scabrose catene che circondano temi come quelli trattati: l’essere donna, la prostituzione, lo stupro, il femminismo…
Sette capitoli intensi, viscerali, schietti, che ti entrano dentro, sottopelle, ancorandosi al lettore.⁣⁣
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Leggetelo. Leggetelo per voi stesse. Leggetelo per avere una nuova visione della società in cui viviamo. Leggetelo anche solo per scoprire la Despentes. Leggetelo e assorbitelo in ogni sua parola.